In un mondo che cambia con una velocità esponenziale rispetto a pochi decenni fa, dove i ruoli richiedono flessibilità per poter tenere il passo e i modelli di comportamento lasciano il posto alla ricerca di stili originali, è auspicabile che alla direzione di aziende e collaboratori ci siano persone che sappiano orchestrare la leadership.

Da diverso tempo ci si interroga su quale stile caratterizzi e determini il buon leader e questi quesiti portano a riflettere e a considerare come ogni stile abbia una sua logica, un suo ambito di successo, e su come ognuno di noi abbia una modalità preferenziale d’azione e di pensiero.

Anche il contesto Retail segue questa logiche. Lo Store Manager o il Retail Manager che voglia migliorare la capacità di orientare e influenzare i comportamenti dei propri collaboratori, spenderà in maniera più efficace le sue energie se non andrà alla ricerca della formula magica o dei comportamenti giusti da modellare, ma se invece si concentrerà nel modulare la sua capacità di agire. Ancor più strategico può essere farlo considerando e soppesando tre variabili: il contesto, le persone, l’obiettivo. Avrà successo se li farà diventare i tre fattori su cui basarsi per orchestrare la leadership, che sarà fluida e capace di assumere di volta in volta la forma più adatta.

Rispetto al contesto il buon Manager, muovendosi secondo le logiche del mondo Retail di cui fa parte, sa che oggi non basta più avere dei meri esecutori: il suo ruolo non può ridursi a fornire istruzioni, è importante stimolare l’autonomia dei collaboratori, scoprire insieme a loro che contributo attivo possono dare per il raggiungimento dell’obiettivo comune aziendale, aiutarli a collocare il proprio lavoro in una dimensione più ampia in cui il tutto dà il senso alla parte.

Quali variabili sono fondamentali per un buon Leader?

Il Manager-Leader tiene in considerazione il contesto aziendale, ne legge le dinamiche e le logiche di funzionamento, ne ascolta e ne segue il ritmo, il mood per non risultare distonico: per esempio, in un ambiente con uno stile fortemente prescrittivo, un neo capo che chieda ai nuovi collaboratori di agire piuttosto autonomamente genererebbe solo confusione.

Un altro elemento che considera sono le persone con cui ha a che fare: un neo assunto alle prime armi avrà bisogno soprattutto di qualcuno che gli dica cosa fare e come farlo (struttura), mentre per agevolare l’inserimento di un Retail Store Seller esperto potrebbe essere utile muoversi su un livello più alto e meno concreto, motivando e spiegando le ragioni e le conseguenze delle richieste, inserendole in un contesto di senso più vasto, o coinvolgendo il collaboratore in decisioni da prendere o in progetti da attuare (motivazione e espressione).

Del collaboratore vanno considerati, oltre ai bisogni, anche le attitudini individuali: alcuni per dare il meglio di sé hanno bisogno di sentirsi dire per filo e per segno cosa fare, e così possono essere dei buoni esecutori, altri invece, con lo stesso comportamento, si infastidiscono e si demotivano, perchè amano essere loro a trovare la strada una volta ricevuta la direzione.

Un altro fattore da considerare per individuare lo stile di leadership più efficace è l’obiettivo che si persegue e le sue tempistiche. Se è di breve termine una modalità più snella, concreta e direttiva può essere più adatta all’ottenimento di risultati immediati; se di medio-lungo termine questa stessa modalità ostacolerebbe la formazione di una relazione di fiducia e stima e la crescita in autonomia del collaboratore.

Leadership e Direzione d’Orchestra

Il video di Italy Talgam “Se ti chiedono sulla leadership” propone una riflessione su quale sia il “miglior” tipo di direttore d’orchestra: meglio, ad esempio, un direttivo come Muti, un partecipativo come Kleiber o uno alla Bernstein che può condurre con piccoli movimenti di spalle e volto? Vediamolo alla luce delle tre variabili descritte. Il buon direttore d’orchestra sa tener conto delle circostanze del qui ed ora, come il tipo di evento, il gusto e la cultura musicale degli ascoltatori (contesto); con un musicista novellino sarà rigoroso e preciso nelle sue istruzioni, mentre agli esperti potrà concedere maggiore spazio e autonomia (persone); la durata della collaborazione con i musicisti e i tempi previsti per le prove influenzeranno i suoi obiettivi nella relazione e il suo stile di comunicazione (obiettivo).

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Torna ad essere cruciale il concetto di efficacia rispetto a quello di correttezza, tema di un nostro altro post Giusto o efficace? Dilemma per Store Manager, e torna utile chiedersi, come suggerito nel post Ispirare: per il Retail Manager una grande responsabilità, quale sia il proprio stile e quali risultati si stanno ottenendo.

Il Manager che vuole essere un buon leader sa orchestrare la sua leadership agendo consapevolmente comportamenti differenti, dando voce a strumenti diversi, coerenti con l’opera da realizzare, producendo esecuzioni che gratificano e che generano soddisfazione per sé e per chi con lui ha contribuito a quella sinfonia.